lunedì 10 novembre 2008

Zelig (Usa, 1983) di Woody Allen





"Zelig" di Woody Allen: produzione del falso, manipolazione del vero.

Un saggio sul Novecento.

Questo testo costituisce lo schema di un intervento presentato nell'ottobre 2002 in uno degli incontri periodici sulla didattica del cinema, organizzati dalla Cineteca di Bologna e dall'associazione di insegnanti "I 400 colpi".

Zelig di Woody Allen è un saggio quintessenziale sul Novecento: anche solo per questo grande è la sua rilevanza didattico-culturale. Intorno al personaggio di Leonard Zelig, Woody Allen costruisce infatti il paradigma del rap-porto tra verità e finzione:

- sul piano linguistico e propriamente filmico
- sul piano narrativo
- sul piano filosofico
- sul piano storico-culturale
Il film, del 1983, diviene un modello testuale per tutti i cineasti che a vario titolo e con varie finalità si misureranno con il meta-cinema e con tecniche di manipolazione audiovisiva sempre più raffinate: da Stone a Zemeckis e Spielberg, per restare agli statunitensi.
Il film è dunque essenzialmente un saggio metalinguistico: ecco perché è un saggio sul Novecento.
Riepiloghiamo schematicamente alcune questioni in merito.

A metà del XIX secolo, con l'invenzione della fotografia, l'uomo trasferisce alla tecnologia il compito di rappresentare "oggettivamente" la realtà fuori di sé.
La separazione tra soggetto che conosce/descrive/rappresenta e oggetto da conoscere/ descrivere/rappresentare, grazie ad un dispositivo artificiale, sembra marcarsi con nettezza.
Ma si tratta di una illusione prospettica: tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, grazie alle applicazioni degli studi teorici sulle proprietà del radio, per la prima volta, l'uomo può guardare dentro di sé: da vivo. E "rappresentare il non visibile".
Così, la distanza tra soggetto e oggetto si accorcia repentinamente e imprevedibilmente: "l'uomo non incontra al-tro che sé stesso" (Heinsenberg). L'indagine su qualunque "oggetto", umano o naturale, procede in dipendenza necessaria dalla tecnologia: la divaricazione natura-cultura si è annullata al punto che l'uomo per procedere nella co-noscenza modifica l'oggetto stesso della conoscenza e forza le "leggi di natura" che sembrano regolare i fenomeni.
Principio di indeterminazione, teoria della relatività, psicoanalisi: il "nuovo rinascimento scaturito dalla crisi dei fondamenti squaderna uno scenario del tutto inedito in cui il concetto stesso di unicità risulta paradossale. Nella realtà "naturale" e "umana" così come nell'arte.
Nel mondo fisico i modelli di rappresentazione del macrocosmo risultano inapplicabili al microcosmo. Nella real-tà sociale l'uno si fa massa. Nella realtà esistenziale l'uno si sdoppia, anzi si moltiplica.
Nell'arte, la rappresentazione dell'evento cede il posto alla rappresentazione della forma (dell'evento). Assoggettato al molteplice, l'uno riemerge come "fenomeno": la sola arte possibile consiste nella autospettacolarizzazione, nel sur-reale.
La genialità del "Leonard" novecentesco di Woody Allen si attua nella moltiplicazione del sé e parla il linguaggio della comunicazione depistatrice, pervasiva e babelica dei media. Il camaleontismo del personaggio coincide (e si racconta mediante) il mimetismo del suo autore. Segnati, in quanto appartenenti al genere umano, dallo stesso dolore storico ed esistenziale, aspirano entrambi - personaggio e autore - a dare significato ad un talento incontrollabile e sfuggente, ambiguo e malleabile, per molti versi in-consapevole e in-autentico. La domanda-chiave diventa dunque: si può documentare l'inautentico? In "Zelig", Allen risponde alla domanda con gli attrezzi del cineasta, l'immaginazione del narratore, l'ironia del critico, la consapevolezza dello storico, la problematicità del filosofo.

Gli attrezzi del cineasta

Il film Zelig è una fiction che svolge il tema del documentario e lo fa mescolando magistralmente tutti i possibili materiali visivi e sonori e conducendo lo spettatore in una dimensione labirintica in cui il tempo (gli anni '20 e '30 e il presente) e lo spazio (America e Europa) della narrazione si dilatano e si comprimono nei passaggi misteriosi e nei percorsi senza uscita creati dal montaggio di materiali "veri", cioè "d'epoca", con materiali "falsi", cioè realizzati ad hoc. Lo fa depistando continuamente lo spettatore con didascalie fuorvianti come quella iniziale in cui si ringraziano "per il seguente documentario" un personaggio inventato, la "sorella vivente" di Eudora Fletcher (in-terpretata dalla madre reale di Mia Farrow, a sua volta interprete di Eudora), e personalità della cultura come il premio Nobel Saul Bellow o la scrittrice Susan Sontag.



Il film racconta la storia di Leonard Zelig ricostruendola:

- a colori attraverso "testimonianze" di contemporanei di W. Allen: alcuni noti, altri no
- in b/n attraverso cinegiornali e filmati d'epoca autentici montati con altri falsi girati ad hoc
- in b/n attraverso spezzoni di fiction d'epoca utilizzate come immagini documentarie
- in b/n attraverso foto d'epoca autentiche manipolate e altre false scattate ad hoc
- in b/n attraverso giornali d'epoca autentici manipolati e altri falsi stampati ad hoc
- in b/n attraverso la realizzazione di una falsa fiction "d'epoca" che racconta la storia romanzata di Zelig
- con la voce fuori campo di un narratore con timbro da commentatore di cinegiornale
- con la voce fuori campo (di Zelig o di altri) manipolata per contraffare una "registrazione d'epoca"
- con didascalie esplicative fuorvianti o tautologiche
- con sottotitoli (per le versioni doppiate)
- con l'introduzione di falsi oggetti "d'epoca" nelle riprese (gadgets, indumenti, balli, canzoni, ecc.)

(esercizio: prova a rintracciare almeno un esempio di ciascun materiale e a classificarlo come significante/significato)

L'immaginazione del narratore e l'ironia del critico

In Zelig W. Allen esercita poi il suo talento di narratore e sperimenta virtuosisticamente diversi generi:
- l'informazione giornalistica e radiofonica (alludendo maliziosamente a quella televisiva)
- l'informazione documentaristica
- il romanzo e il film d'appendice
- il racconto storico e di costume
- l'intervista
- il resoconto scientifico
- la tradizione religiosa
- sul piano propriamente meta-narrativo: la parodia e la satira, l'autobiografismo, la critica

(esercizio: prova a rintracciare almeno un esempio di ciascun genere e analizzane la collocazione e il senso nell'insieme della trama narrativa)

La consapevolezza dello storico

Leonard Zelig è un personaggio surreale che attraversa la Storia reale.
La verosimiglianza (come direbbe Manzoni), o addirittura l'autenticità dei personaggi che fanno coro a Leonard Zelig, permette all'intellettuale ebreo Allen Konisberg, in arte Wody Allen, di raccontare eventi e passaggi storici cruciali e di sottolinearne la drammaticità con consapevolezza ex post.
Gli eventi sono quelli decisivi che "impostano" il corso del Novecento e alimentano ancora vigorosamente il di-battito storico (il film è dell'83, ovvero precede - e anticipa con sorprendente sensibilità - la fase del "crollo delle ideologie").
Gli eventi a volte sono esplicitati, a volte sono allusi. Nel primo caso sono inestricabilmente legati ai "luoghi" in cui sembrano svolgersi.
(esercizio: prova a tracciare una mappa degli eventi storici e dei luoghi del loro svolgersi e rifletti sul loro rapporto con le caratteristiche biografiche e i risvolti simbolici del personaggio e delle sue vicende) La problematicità del filosofo
Relativamente a questo aspetto rimandiamo sostanzialmente alle considerazioni introduttive, soprattutto per quanto riguarda le antitesi verità/finzione, realtà/irrealtà, vita/arte, ecc..
Ricordiamo tuttavia la rilevanza, nel Novecento e fino ad oggi, della riflessione sul rapporto tra massa e potere, e specificamente sul ruolo che i mezzi di comunicazione di massa hanno svolto e svolgono nell'orienta-re/condizionare tale rapporto (si vedano al proposito: W. Reich, La Scuola di Francoforte, Lyotard, La condizione post-moderna; e specificamente per il cinema: R. Renzi, Il cinema dei dittatori).
Né secondaria è la riflessione sui risvolti sociologici, ideologici ed etici derivati dalla diffusione (di massa?) della psicoanalisi; e tanto meno lo è quella relativa ai legami della scienza e della tecnologia con l'economia e la politi-ca.

(esercizio: prova a rintracciare nella sceneggiatura e nell'impasto del montaggio le "impronte" di alcune di queste riflessioni e le allusioni)

domenica 19 ottobre 2008

Siamo tornati!


Finalmente riprendono i corsi, con un po' di ritardo secondo le previsioni quando ci eravamo lasciati a maggio.

ecco di seguito le date dei prossimi incontri
come al solito potete lasciare commenti o scrivere per avere ulteriori informazioni.







CI VEDIAMO IL 4 NOVEMBRE





Programma incontri II parte


Martedì 4 Novembre, ore 17.30

IV incontro: dal racconto al reportage nascita dell’informazione televisiva
Carattere precipuo del mezzo televisivo è l’informazione (che prende spunto dai documentari e cinegiornali cinematografici) e l’intrattenimento (che prende spunto a sua volta dall’intrattenimento cinematografico seriale). Indissolubilmente legati in un connubio inestricabile informazione e intrattenimento si sono meritati il neologismo di infotainment. Informazione + intrattenimento. L’incontro cercherà di smascherare le retoriche del verosimile e i codici di verosimiglianza che si ce-lano anche dentro i programmi (apparentemente) non di fiction, fornendo così un valido strumento di lettura critica e consapevole dei vari format televisivi.


Martedì 11 Novembre, ore 17.30

Proiezione film Zelig (Stati Uniti, 1982) di Woody Allen


Martedì 18 Novembre ore 17.30

V incontro
Dalla televisione al monitor digitalizzazione e avvento dell’era informatica

La digitalizzazione (transcodifica in sequenze binarie di numeri) di tutti i mezzi di comunicazione di massa (immagini, filmati, testi, musica, etc.) ne ha al contempo facilitato la diffusione ma ne ha anche appiattito le specifiche differenze sugli standard tecnologici (e concettuali) dei personal computer e delle relative strategie commerciali (software, hardware e di altra componentistica) inglobando, nello stesso momento, altri mezzi di comunicazione di più specifica pertinenza (videogioco ma, ancora, l’uso dei software più diffusi, di video scrittura, e-mail, ecc) creando sinergie tra “vecchi media” (cinema e tv) e”nuovi media” che però dietro entusiastici consensi celano una precisa idea di cosa sia il consumo culturale. L’incontro cercherà di fare luce su questo terreno complesso e ancora in piena fase di studio.


Programma incontri II parte (segue)

Martedì 25 Novembre, Ore 17.30

proiezione film The Contenders Serie 7 (Stati Uniti, 2001) di Daniel Minamhan


Martedì 2 dicembre, ore 17.30

VI incontro: dall’informatica alla multimedialità il presente e oltre.
L’incontro cercherà di fare il punto della situazione dalla digitalizzazione alle nuove frontiere internet (il cosiddetto web 2.0) sfatando miti di presunti pericoli e snidando invece quelli più concreti e minacciosi in un’ottica di critica costrutti-va ai nuovi media e non di mera e aprioristica avversione per la novità


Martedì 9 Dicembre, ore 17.30

Proiezione del film Nirvana (Italia, 1997) di Gabriele Salvatores


Martedì 16 dicembre, ore 17.30

VII e ultimo incontro
L’incontro conclusivo cercherà di tradurre in concrete strategie educative, didattiche e pedagogiche quanto scoperto strada facendo durante gli incontri precedenti e servirà anche come feed-back per monitorare i cambiamenti in ambito familiare notati nel consumo casalingo e non dei media vecchie nuovi. Un bilancio finale verrà collettivamente redatto anche in previsione di un secondo anno di incontri


Per informazioni: cinemachepassione@gmail.com

lunedì 21 aprile 2008

primo incontro martedì 22 aprile ore 18

programma

Presentazione del corso. I mezzi di comunicazione di massa: un metodo di lettura critica. L’incontro servirà a presentare il corso, la metodologia seguita (non lezioni –conferenza frontali, ma un più complesso percorso laboratoriale, che prevede dei cospicui interventi di tutti gli astanti) e fornirà le basi storico-concettuali per seguire più agevolmente gli incontri successivi di più specifico argomento. Senza dimenticare, anzi, tenendo ben presente il proprio ruolo di genitori e di educatori che devono conoscere i mezzi consumati quotidianamente dai più giovani per poter approntare strategie di lettura critica e di consumo non più gestito dal mercato ma da un progetto pedagogico pensato e criticamente motivato.

Le finalità di questo progetto

I ragazzi, oggi, sono grandi consumatori di prodotti cinematografici e audiovisivi, e hanno una grande familiarità con l'immagine fin dall'infanzia , perché l'immagine è parte integrante del processo cognitivo e di apprendimento, prima ancora dell'apprendimento scolastico.

Normalmente la scuola utilizza il film come sussidio didattico, in relazione alle tematiche delle materie di studio, o per approfondirne i contenuti, o come strumento parallelo di ampliamento delle conoscenze. In genere non fornisce strumenti adeguati per una visione critica, meno passiva e più consapevole, pur avendo in questo ambito un ampio margine di intervento per sviluppare competenze e sistematizzare quelle già possedute.

Per questo motivo la scuola media Chiodi ha attivato un laboratorio cinematografico tenuto da un formatore esperto offrendo un modulo didattico a tutte le sue classi proponendo l'analisi del linguaggio cinematografico e audiovisivo non tanto perché la comunicazione oggi avviene “in maniera multimediale”, ma soprattutto perché il linguaggio cinematografico e audiovisivo, e la multimedialità, costituiscono un altro modo di percepire, di memorizzare e produrre conoscenza, oltre a quelli veicolati dal linguaggio verbale.

Non nuoce ricordare come il primo approccio all’universo narrativo, come quello delle fiabe per esempio, non è più mediato dal libro ma dalla tv, che i giovanissimi guardano già prima ancora di imparare a leggere e scrivere.

Il problema non è tanto, infatti, quello di insegnare la differenza tra primo piano e piano americano, o tra montaggio parallelo e montaggio alternato, ma quello di insegnare a distinguere le strategie narrative, l’uso dei cliché e degli stereotipi, che, con l'impiego di tecniche specifiche, finiscono col veicolare idee e punti di vista, presentati come unici possibili.

Giunto al suo terzo anno di attività il laboratorio sta dando dei risultati incoraggianti.

E’ per questo che la scuola vuole estendere l’offerta formativa anche ai genitori dei suoi alunni e, in genere, agli adulti del quartiere.

Convinti infatti nella validità della formazione permanete, quindi anche in fase adulta, la scuola vuole proporsi come nodo aggregativo per adulti e studenti facendo al contempo opera di sensibilizzazione, di informazione e di alfabetizzazione nei confronti di linguaggi che, da utenti, da consumatori, si frequentano quotidianamente.

Per questo si è scelto di estendere l’attività anche in orario pomeridiano, extracurricolare, aperto a tutti, dove da un lato anche gli adulti possano familiarizzare con l’approccio critico ai linguaggio cinematografico e audiovisivo che gli alunni hanno già imparato a fare la mattina, e dall’altro, ci sia un vero confronto tra giovanissimi e giovani che usano i media quotidianamente e gli adulti che si sentono esclusi, per ragioni culturali e anagrafiche, dal gioco dei media. La scuola come punto di riferimento anche per avvicinare adulti e giovani in un campo in cui nessuno può sottrarsi a un uso più consapevole, meno episodico e più critico non solo dei film e dei programmi televisivi ma anche di quei cosiddetti nuova media, dal pc e internet ai videogiochi e forme multimediali ibride.

Conoscere per comprendere e capire, insieme.




Il formatore coinvolto nel progetto è il dr. Alessandro Paesano, dell’associazione culturale Luci della città, laureato in storia e critica del cinema (si allega il curriculum vitae) già collaboratore dell’IRRE Lazio nella fase regionale del Piano Nazionale per la didattica del linguaggio cinematografico e audiovisivo nella scuola media, realizzato dall'IRRSAE del Lazio in collaborazione con l'Università degli Studi di Roma Tre - Dipartimento della Comunicazione letteraria e dello spettacolo che collabora da tre anni con l'istituto svolgendo lezioni di alfabetizzazione a tutte le classi della Scuola Media.



Modalità di svolgimento

Il progetto prevede sette incontri, a cadenza quindicinale, di due ore, da svolgersi in orario extracurricolare, il pomeriggio e/o la sera.
Ogni incontro sarà della durata di due ore e mezzo, durante lo svolgimento dei quali si permetterà ai partecipanti di familiarizzare con i vari aspetti dei linguaggi analizzati, secondo il seguente schema.

1° incontro.
Presentazione del corso. I mezzi di comunicazione di massa: un metodo di lettura critica. L’incontro servirà a presentare il corso, la metodologia seguita (non lezioni –conferenza frontali, ma un più complesso percorso laboratoriale, che prevede dei cospicui interventi di tutti gli astanti) e fornirà le basi storico-concettuali per seguire più agevolmente gli incontri successivi di più specifico argomento. Senza dimenticare, anzi, tenendo ben presente il proprio ruolo di genitori e di educatori che devono conoscere i mezzi consumati quotidianamente dai più giovani per poter approntare strategie di lettura critica e di consumo non più gestito dal mercato ma da un progetto pedagogico pensato e criticamente motivato.

2° incontro: dall'avvento della fotografia all'inquadratura, nascita del cinematografo
L’incontro partirà dall’invenzione della fotografia e dalle sue ripercussioni sociali (cultura visiva, impatto sull’opera d’arte) per affrontare quella vasta rivoluzione dei codici visivi e narrativi che è stata l’invenzione del cinematografo. Attraverso un confronto con i linguaggio più moderni (psot pubblicitario, videoclip) si confronteranno differenze e analogie del cinema delle origini con quel che ne resta nell’offerta mediatica contemporanea.

3° incontro: dall'inquadratura al montaggio, il racconto cinematografico e televisivo
Mentre il cinema prende familiarità con le forme tradizionali del racconto cerca di individuare delle vie proprie per proporsi come racconto per immagini. Scopre così la tecnica (o l’arte?) del montaggio, i cui codici e le cui regole implicite sono in continuo divenire a seconda dei decenni presi in esame. L’avvento di un altro mezzo di comunicazione di massa ancora più capillarmente diffuso come quello televisivo ha influenzato a sua volta per differenziazione o per omologazione il racconto cinematografico da quello televisivo. L’incontro ne saggerà differenze e somiglianze per attualizzarne la storia studiando quel che si faceva ieri per capire quello che si fa oggi.

4° incontro: dal racconto al reportage nascita dell’informazione televisiva
Carattere precipuo del mezzo televisivo è l’informazione (che prende spunto dai documentari e cinegiornali cinematografici) e l’intrattenimento (che prende spunto a sua volta dall’intrattenimento cinematografico seriale). Indissolubilmente legati in un connubio inestricabile informazione e intrattenimento si sono meritati il neologismo di infotainment. Informazione + intrattenimento. L’incontro cercherà di smascherare le retoriche del verosimile e i codici di verosimiglianza che si celano anche dentro i programmi (apparentemente) meno di fiction, fornendo così un valido strumento di lettura critica e consapevole dei vari format televisivi.

5° incontro: dalla televisione al monitor: digitalizzazione e avvento dell’era informatica
La digitalizzazione (transcodifica in sequenze binari di numeri) di tutti i mezzi di comunicazione di massa (immagini, filmati, testi, musica, etc.) ne ha al contempo facilitato la diffusione e appiattito le specifiche differenze sugli standard tecnologici (e concettuali) dei personale computer e delle loro strategie commerciali (software, hardware e di altra componentistica) inglobando, nello stesso momento, altri mezzi di comunicazione di più specifica pertinenza (videogioco ma, ancora, l’uso dei software pi ù diffusi, di video scrittura, e-mail, ecc) creando sinergie tra “vecchi media” (cinema e tv) e”nuovi media” che però dietro entusiastici consensi celano una precisa idea di cosa sia il consumo culturale. L’incontro cercherà di fare luce su questo terreno complesso e ancora in piena fase di studio.


6° incontro: dall’informatica alla multimedialità il presente e oltre.
L’incontro cercherà di fare il punto della situazione dalla digitalizzazione alle nuove frontiere internet (il cosiddetto web 2.0) sfatando miti di presunti pericoli e snidando invece quelli più concreti e minacciosi in un’ottica di critica costruttiva ai nuovi media e non di mera e aprioristica avversione per la novità

7° incontro
L’incontro conclusivo cerca di tradurre in concrete strategie educative, didattiche e pedagogiche quanto scoperto strada facendo durante gli incontri precedenti e servirà anche come feed-back per monitorare i cambiamenti in ambito familiare notati nel consumo casalingo e non dei media vecchie nuovi. Un bilancio finale verrà collettivamente redatto anche in previsione di un secondo anno di incontri

Durante ogni incontro saranno proposti alla visione sequenze di film, di fiction tv e d altri materiali audiovisivi per un approccio multidisciplinare sincronico e diacronico ai vari aspetti degli argomenti trattati.

Tra un incontro e l’altro sono previste proiezioni di film, telefilm, a cadenza quindicinale, la settimana precedente e successiva agli incontri con il formatore esperto che saranno lo stesso materia di discussione e lettura critica durante gli incontri.

L’elenco dei film da proiettare verrà tempestivamente comunicato ai partecipanti al progetto.